3 ottobre 2019
di Flavor Chris
2′ di lettura
Senza ombra di dubbio, il salario garantito ci assicura una stabilità economica, nonché la possibilità di poter progettare il nostro futuro. Ma nonostante ciò, accade che le nostre energie fisiche e mentali vengono meno, soprattutto se il lavoro che stiamo svolgendo è in disaccordo con i nostri desideri più intimi. Così ci troviamo davanti ad un bivio e non ci resta altro che scegliere tra un percorso sicuro, di cui forse si conosce già l’epilogo oppure un cammino più avvincente, ma privo di certezze.
A suggerirci quale delle due strade intraprendere è la storia di Vanessa T., una ragazza della città di Saronno, che con molto coraggio ha deciso di confezionare abiti su misura, anziché continuare a lavorare come operaia in una catena di montaggio.
La vicenda di Vanessa ebbe inizio nel 2010, quando, dopo aver visto per la prima volta una macchina da cucire, si mise a congiungere insieme pezzi di stoffa.
Quell’evento fu determinante, tanto che, quando nel 2015 si presentò l’occasione, Vanessa decise di partecipare ad “Accendi le tue idee”, un concorso europeo sulla giovane imprenditoria.
Accadde così che Vanessa, assieme al suo compagno Francesco, scrisse il proprio progetto di sartoria ed in seguito lo presentò alla commissione. L’idea della coppia fu valutata come una delle migliori sette della regione Lombardia e Vanessa, con il finanziamento pubblico ottenuto, ebbe il modo di poter comprare una taglia-e-cuci, ossia una macchina da cucire professionale che le permise di poter liberare una volta per tutte la propria vena creativa.
Successivamente Vanessa iniziò a valutare di lasciare il vecchio impiego, ma come spesso accade, soprattutto quando si è agli inizi, il percorso della nostra protagonista fu osteggiato da difficoltà di diversa natura e quindi per potersi permettere il lusso di lavorare con tessuti di alta qualità, oltre che a molte ore di sonno, dovette rinunciare anche a gran parte del denaro in suo possesso.

La motivazione tuttavia non venne meno ed assieme a Francesco, Vanessa continuò a portare avanti il proprio progetto producendo cuscini, runner, tovagliette all’americana per la colazione ed i “Flupazzi”, ossia dei pupazzi cuciti da lei stessa e dipinti a mano dal suo compagno.
Qualche anno più tardi, la nostra protagonista, mossa dal desiderio di rivoluzionare i canoni estetici imposti dalla moda, diede vita a “Iello”, un progetto di sartoria ideato per donne grasse.

A quel punto il nuovo mestiere di sarta attribuì un significato del tutto nuovo al concetto di lavoro. Lavorare, dunque, significava sentirsi gratificati dal proprio operato, e non soltanto svolgere un’attività manuale che permettesse di ottenere un guadagno.
Oggigiorno “Iello” è come un corpo celeste che brilla di luce propria. Sul negozio online “Etsy” è possibile acquistare abiti confezionati da Vanessa e possono usufruire dei prodotti tutte le donne con corpi che la moda tendenzialmente ignora.
Il caso di Vanessa, dunque, ci mostra che è possibile vivere delle proprie passioni e ci spinge a riflettere sull’importanza delle nostre azioni, poiché la vita, forse, ha senso solo quando ci mettiamo in gioco e cerchiamo di superare i nostri limiti. Perché infondo non esistono supereroi, “supereroe è colui che va a dormire soddisfatto della propria giornata”.
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Al seguente indirizzo potrai anche ascoltare l’intervista fatta a Vanessa