VICE #8 – E se provassimo a guardare il mondo alla rovescia?

E SE PROVASSIMO A GUARDARE IL MONDO ALLA ROVESCIA?

È difficile dare un senso al nostro esserci nel mondo.

Tutto quel che accade nelle nostre vite, talvolta, non si può intendere, penetrare o spiegare chiaramente con l’intelletto, e per questo certi eventi o avvenimenti esercitano su di noi un certo fascino.

L’epidemia di Coronavirus, ad esempio, che è sopraggiunta proprio mentre eravamo indaffarati in altre questioni, ci ha colto di sorpresa. E sebbene molti di noi si siano adoperati per riuscire a spiegare l’origine del virus, nessuno, di fatto, è ancora riuscito a portare alla luce ciò che in realtà è rimasto all’oscuro. Qualcuno, attraverso l’uso della ragione, sta compiendo delle ricerche per riuscire a risolvere il quesito; qualcun altro, senza cognizione di causa, invece è già riuscito ad ottenere delle risposte. Vorrei soffermarmi su questa seconda categoria, poiché mi ha incuriosito in particolar modo. Questi soggetti, difatti, sono riusciti a giungere ad una verità ed a voler credere alle loro dichiarazioni il Coronavirus è stato creato in laboratorio. Ma c’è di più, poiché quel che non sanno i comuni mortali (ma che loro sanno benissimo) è che l’intera operazione è stata compiuta con un atteggiamento di voluta segretezza (da non crederci!).

Quel che so io è che l’unica certezza è che appunto non ho certezze, e la realtà dei fatti è che oggi più che mai l’umanità intera è costretta a guardare in faccia la morte.

A questo proposito vorrei giungere al punto centrale di questo articolo. E se provassimo a guardare il mondo alla rovescia, anziché elargire sentenze?

Sin da piccoli cerchiamo delle risposte alle nostre domande o ci affaccendiamo per dare un senso alle nostre azioni. Ma cosa potrebbe accadere se un giorno dovessimo scoprire che non ci sono delle risposte alle nostre domande? E se la vita fosse nient’altro che un susseguirsi di eventi o avvenimenti casuali che non hanno una logica tra di loro?

Insomma, se dovessimo considerare l’ipotesi che nell’universo le “cose” accadono e basta, senza una spiegazione, non ci sentiremmo ingannati? Forse qualcuno di noi inizierebbe a pensare: “è tutta una fregatura”. Ed a questo punto, diciamocelo, ci tocca intavolare un dialogo sincero ed onesto: chi di noi, in tale circostanza, non direbbe a gran voce “che delusione!”?

Gli esseri umani d’altra parte hanno bisogno di soffrire, poiché la sofferenza li fa sentire vivi. Le lotte interiori, contro gli altri esseri umani, contro la natura e contro Dio, non sono altro che degli espedienti escogitati per attribuire un senso alla nostra esistenza in quanto esseri umani. Se non ci fossero conflitti non ci sarebbe niente. E chi di noi riuscirebbe a condurre una vita senza scopo? Chi di noi sopporterebbe il nulla? La sofferenza, a volte, è meglio che il niente, in quanto ci aiuta a superare la paura della morte, nonché del vuoto esistenziale.

Questo non lo dico io ma lo dicono tanti filosofi, che per altro non ho letto mai (ma lo giuro, qualcosa ho sentito sul loro conto); tuttavia la questione è un’altra. Il punto è questo: se dovessimo osservare il mondo da un altro punto di vista, forse, dovremmo iniziare a prendere in considerazione l’ipotesi che in realtà dobbiamo vincere la paura di vivere, anziché condurre un’esistenza in cui si temiamo di morire.

Superare la paura di vivere significa liberarsi dalla paura del giudizio, vivere con gioia, vivere con pienezza ed un po’ di humor. Questo non vuol dire che bisogna assumere un atteggiamento irresponsabile o credere che tutto sia possibile, ma al contrario, significa vivere nel qui ed ora, cercando di trarre beneficio da tutte le occasioni che, nel bene o nel male, si presentano alla porta.

Le avversità della vita siano molte ma cambiando punto di vista possiamo sperare di condurre un esistenza felice, nonostante tutto.

Io non sono altro che un grandissimo ipocondriaco che cerca ad ogni circostanza di dare un significato a quel che non lo ha; ma ogni tanto mi capita di pensare che la vita è una sola e proprio come ho fatto ieri, venerdì 3 aprile, accendo lo stereo e mi metto a ballare in casa, da solo, come se fossi un matto.

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