VICE #19 – Addò magnano duje ponno mangià pure tre
Accadde che, proprio il 10 marzo del 2020, Sister ricevette un sollecito di pagamento. Quando le telefonai per chiedere un aiuto economico, mi confessò che nei mesi precedenti non aveva pagato alcune bollette e molto dispiaciuta mi disse che per sanare il debito contratto ora le sue finanze erano ridotte allo stremo.
“Ma queste non sono altro che sciocchezze” disse lei con voce dolce e suasiva “ce la caveremo anche in questa situazione! Vieni da me più tardi e ti aiuterò come meglio posso” concluse con fermezza. Ed io, senza troppe domande, dopo aver attaccato il telefono, andai da lei.
Ricordo quel mercoledì 11 marzo 2020 come se fosse ieri. Gli avvenimenti si susseguirono con una velocità spaventosa e io facevo molta fatica a fare il punto della situazione.
Lungo tutto il tragitto mi balenarono i pensieri più tristi e così, senza neanche riflettere su quel che stavo facendo, estrassi il telefono dalla tasca e scrissi a tutti i miei contatti un disperatissimo messaggio d’aiuto.
Poco prima di arrivare sotto casa della mia amica incomincia a ricevere diverse telefonate. Alcune erano persone che venivano prontamente in mio aiuto ed avevano già predisposto tutto l’occorrente per il mio sostentamento; altre erano persone che cercavano di capire come potevano aiutarmi; altre ancora erano persone a cui era toccata la mia stessa sorte, che ora mi contattavo perché nella mia sventura trovavano conforto. Prima di andare avanti in questo raccontò però vorrei notare, che tutti colore che si sono offerti di aiutarmi, non erano nobili o aristocratici, bensì lavoratori precari e piccoli borghesi, che per altro erano stati colpiti dalla crisi. E proprio per questo motivo procedevo verso la mia direzione a passo sempre più incerto.
Quando infine giunsi da Sister avevo già una serie di appuntamenti con i miei benefattori.
“Ho risolto” urlai alla mia amica non appena si affacciò alla finestra, quella del salotto, posta al secondo piano; dopodiché fendendo l’aria con la mano aggiunsi con tono vivace “non ho più bisogno del tuo aiuto”.
Sister se ne stette lì immobile, come se fosse uscita fuori da un dipinto impressionista. Poggiava con entrambi i gomiti sul davanzale della finestra e con i suoi occhi grandi e azzurri mi guardava con un’espressione pensosa e distaccata. Ad un certo punto ella aggrottò la fronte, mi fece un cenno con la mano e scomparve dentro casa.
Per un minuto abbondante rimasi sgomento nel bel mezzo della strada, fino a ché ad un tratto la mia amica non si riaffacciò di nuovo, con un’espressione del volto serena e distesa. Cosa fosse accaduto dentro di lei in quel lasso di tempo, non potrò mai saperlo, ricordo solo che fece un ampio sorriso, allungò il braccio e, lasciando cadere una piccola busta gialla, mi urlò
“Addò magnano duje, ponno mangià pure trece”.
La busta gialla volò in aria ed io con uno scatto felino l’afferrai ancor prima che toccasse terra; dopodiché l’aprii e con grande sorpresa vidi che al suo interno c’era del denaro, ma quando sollevai lo sguardo in direzione della finestra, Sister, non c’era già più.
“Non è possibile” pensai io.
Ci fu una breve pausa. Mi guardai intorno con un’espressione inquieta e nella speranza di rivedere Sister tornai a fissare la finestra del secondo piano, ma non si affacciò nessuno.
Così, urlai invano e dopo essermi rassegnato all’idea di poter ricevere dei chiarimenti, mi apprestai a partire.
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https://www.canva.com/photos/MADGyX-_EGs-gray-ceramic-mug-with-pink-beverage/ Foto di Stephanie Pombo
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