Napoli 23 ottobre 2020: Protesta, Rivolta o Sommossa?
Sabato 24 Ottobre 2020
Di Flavor Chris
Cosa accade quando non si rispettano i diritti altrui e si nega ciò che è dovuto secondo la ragione e la legge?
A questo proposito, i recenti fatti di cronaca ci danno una risposta più che eloquente.
Nel pomeriggio di venerdì 23 ottobre 2020, il presidente della Regione Campania Vincenzo De Luca ha chiesto al governo un lockdown nazionale; inoltre ha comunicato ai cittadini che << procederemo nella direzione della chiusura di tutto, per i dati dei contagi che abbiamo non basta l’ordinanza che entra in vigore oggi. Dobbiamo chiudere tutto e dobbiamo decidere oggi, non domani. Siamo ad un passo dalla tragedia.>>
Nel discorso pubblico di Vincenzo De Luca, però, non c’è stata nessuna dichiarazione esplicita volta a tutelare l’interesse economico e psicofisico della popolazione. Così, immediata è stata la risposta dei cittadini napoletani, che lo stesso giorno si sono organizzati per protestare contro le misure restrittive adottare dal presidente della regione.
La sera di vi venerdì 23 ottobre, prima notte di coprifuoco, difatti, un nutrito gruppo di persone si è radunato davanti alla sede della Regione Campania. I manifestanti erano lì per affermare il riconoscimento di diritti (prettamente economici) ingiustamente negati; tuttavia la rivendicazione si è trasformata in un vero e proprio atto di violenza fisica nei confronti di giornalisti e poliziotti. E di punto in bianco ci si è ritrovati ad un passo dal baratro.
Non siamo qui per entrare nel merito della questione, bensì per chiederci: qual è l’origine di questo malcontento che serpeggia tra la popolazione?
Per poter rispondere a questa domanda dovremmo riuscire a distinguere tra la protesta, la rivolta e la sommossa.
La prima è una manifestazione ferma della propria disapprovazione; la seconda è un’azione improvvisa che ha lo scopo di rivoltarsi contro l’ordine e il potere costituito; la terza è una sollevazione popolare contro il governo o le autorità costituite.
Apparentemente potrebbero sembrare sinonimi ma non lo sono. E mi spiego.
La protesta e la rivolta, che sostengono degli ideali, propongono nuovi scenari possibili e tendono a difendere gli oppressi dalla tirannia degli oppressi; mentre la sommossa, che come una bestia procede per istinto, nega qualsiasi soluzione alternativa, e “come un fuoco di paglia”, brucia per poi dissolversi nel nulla.
Detto ciò si può affermare che quella di venerdì 23 ottobre era una vera e propria sommossa, sebbene tra i manifestanti ci fossero persone ragionevoli e pacifiche.
Effettuare un’accurata analisi, dunque, è necessario se si vuole meglio comprendere la realtà dei fatti. Partendo da qui ci si può chiedere “cosa si può fare?”; risposta “non di certo una sommossa”.
Una sommossa nasce da una necessità, da una sofferenza, una rabbia inespressa, dalla miseria, dal dolore che non si trasforma ma resta tale, per comodità.
La soluzione, invece, sembra apparentemente semplice e scontata, ma non lo è.
Per costruire una società solida, il compito dei cittadini è quello di assumersi la propria responsabilità, mentre quello delle istituzioni è quello dialogo con la popolazione, per agire con prontezza ogni volta che è necessario.
Da ambo le parti ci deve essere fiducia reciproca, e non sospetto. In poche parole, per costruire una società in cui regnano parità di diritti, fratellanza e libertà, ci vuole fede.
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Ciao Chris, é sempre un piacere leggere i tuoi articoli. Riguardo ciò che é accaduto la scorsa notte a Napoli, fare una distinzione fra protesta e sommossa é d’obbligo.. probabilmente chiunque nel suo piccolo dovrebbe ragionarci. Nelle manifestazioni purtroppo spesso prevale la sommossa per colpa di coloro che approfittano di ogni azione di dissenso per sfogare la propria rabbia nei confronti di una società che non li salvaguarda. Purtroppo il giorno dopo si sente sempre e solo di sommossa, non si parla della gran parte di persone che partecipavano correttamente, non si dà possibilità di guardare oltre ciò che ci viene mostrato dai media. Nella società attuale il 99% del popolo non si sente salvaguardato ma anzi imbrogliato, e gran parte di questa percentuale non agisce come viene mostrato, bensí nel proprio piccolo prova a portare avanti le proprie battaglie quotidiane. Chi vive a Napoli lo sa bene, qui il cambiamento é partito dai cittadini, le politiche hanno fatto ben poco negli ultimi anni.. e allora la mia domanda è : é giusto parlare di sommossa o protesta? Non sarebbe piú corretto comprendere realmente ciò che é avvenuto, senza fare di tutta l’erba un fascio? Questa notte c’erano tante persone in preda alla disperazione, alla delusione e alla paura generata da una politica scellerata che non é stata capace di salvaguardaci (attenzione non dal Virus bensí dalla povertà), piuttosto é stata capace di spaventare il proprio popolo, e tutti sappiamo che un popolo spaventato é facilmente manipolabile. É giusto che il giorno dopo si parli solo di degrado e non della disperazione che ha portato tanta gente per strada? Erano tutti “mal intenzionati” pronti a distruggere la città? Io non credo. Si può, ad oggi, guardare solo ciò che ci viene mostrato, ciò che si vuole mostrare di un popolo, senza guardare oltre? Noi che in questa società difficile di Napoli ci siamo cresciuti abbiamo l’obbligo ed il dovere di non fermarci alla sommossa, ma anzi di fare sapere che dietro quei teppisti c’era un popolo che con le migliori intenzioni chiedeva diritti.
Comprendere ad oggi é tanto difficile.
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Ciao Fabrizia, perdonami se rispondo solo ora ma ho letto e riletto il tuo commento e mi sono preso il tempo per ragionare e comprendere.
Partiamo da qui: sì, secondo me è giusto parlare del disagio, perché è quello che ha mobilitato (e sta mobilitand)o le persone. Discutere apertamente del tema ci può aiutare ad analizzare il problema, se vogliamo davvero trovare delle soluzioni.
Vorrei farla breve e proporti in concreto un altro caso: la protesta degli di San Gregorio Armeno; a mio avviso un’azione coraggiosa e ben organizzata.
Qui puoi trovare l’articolo che tempo fa ho scritto. Se hai tempo leggilo e fammi sapere se noti delle differenze.
Ecco il link: https://flavorchris.com/2020/05/08/san-gregorio-armeno-ecco-perche-gli-artigiani-protestano/
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