Ischia#1: sotto ad un manto stellato ho scritto

Quanto spesso ci si ricorda del beneficio ricevuto e quanto spesso si desidera di poterlo ricambiare?

Ci si ricorda, di tanto in tanto, di rivolgere lo sguardo al cielo al fine di contemplare il cielo sopra le nostre teste?

E ancora, cosa accadrebbe se ognuno di noi potesse sperimentare la gioia di poter essere padrone del proprio tempo?

Era la sera del 6 agosto 2021 quando mi tempestavo di queste domande. E come un’aquila con l’agnello, nel cuore della notte, ghermivo il cielo stellato.

Steso su uno sdraio, con un taccuino nella mano destra ed una penna riposta nella mano sinistra, annotavo tutta l’incredibile esperienza ad Ischia.

Il giorno prima, Naz, un amico violinista, mi aveva chiamato per “avanzare una proposta per me”.

Ischia#1: Last minute Tour

Si trattava di partire l’indomani e portarsi tutta la strumentazione seco e suonare. Era una proposta allettante a cui non potevo dire di no.

Non starò a dilungarmi sui dettagli dei preparativi di viaggio, ma racconterò piuttosto le sensazioni e quel che ho percepito.

Saliti a bordo dell’aliscafo ho iniziato ad avvertire il mal di mare; tuttavia il viaggio era breve e per mia fortuna con me c’era un eccellente compagno di viaggio.

Giunti a destinazione, senza neanche sistemarci, io e Naz abbiamo cercato delle postazioni; ognuno, una volta trovata la sua, si è messo a lavorare.

Qualche ora più tardi, con un bel gruzzolo di quattrini, belli soddisfatti, siamo andati nella nostra abitazione.

Si trattava di una villa su un’altura con vista panoramica.

Oltrepassato il cancello vi era un’incantevole distesa di girasoli sulla destra, mentre sulla sinistra degli alberi di non so quale frutto.

La bianca abitazione al centro conferiva un’atmosfera distesa ed dietro di essa ergeva maestoso un monte.

La casa adiacente alla villa, quella dove alloggiavamo noi per intenderci, era quella più piccola; tuttavia a posteriori posso confermare che era di gran lunga migliore dell’abitazione in cui vivo tutt’ora a Napoli.

Detto ciò, dopo aver fatto una doccia, abbiamo pranzato sotto ad un gazebo dirimpetto alla nostra abitazione e dopo una controra pomeridiana io me ne sono andato al mare. Naz è rimasto disteso sul letto a guardare la televisione.

Qualche ora più tardi ci siamo contatti telefonicamente e ci siamo dati appuntamento “per entrare in azione”, prima in maniera autonoma e poi in coppia.

È da riconoscere che il duro lavoro e le tante ore di studio hanno ripagato: Naz in una sola giornata ha incassato praticamente un affitto ed io qualcosa in meno di lui.

E allora, ricascando la sera, seduto all’aria aperta, sotto un manto stellato, ho scritto.

Ho provato un sentimento di gratitudine nei confronti della vita; ho pensato a quanto fosse importante appropriarmi della mia vita e del mio tempo; infine ho rivolto lo sguardo al cielo, cercando di catturare quell’istante.

Coricandomi, quella notte, pensavo alla mattina seguente, quando sarei andato a farei il bagno al mare.

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