La verità vi prego sul corsivo (e su Elisa Esposito)

Elisa Esposito non è un fenomeno casuale, è bensì il prodotto del nostro tempo.

Senza ombra di dubbio si tratta di una ragazza avvenente che ha trovato un modo “originale” di suscitare la simpatia delle masse. Chi si indigna e la critica, di certo, non sta apporta un miglioramento alla società.

Al contrario sarebbe opportuno analizzare e cercare di capire i meccanismi che regolano la vita della collettività. E perché farlo? Semplice, per rispondere alla domanda atavica ‘come è potuto succedere tutto questo?’

Diciamolo subito però: Tik Tok, volenti o nolenti, è il luogo più indicato per sviluppare la facoltà intellettiva di esaminare e giudicare un fenomeno sociale come quello in questione.

Il social network cinese, difatti, è un’app costruita a bella posta per realizzare video brevi, della durata massima di 60 secondi, aggiungendo, volendo, canzoni o altri suoni.

I così detti “trends“, sono quei video che raggiungono così tanta popolarità da essere condivisi da decine, centinaia o migliaia di utenti.

L’indignazione in tutto questo non trova spazio poiché è il popolo di Tik Tok che esercita la sua sovranità. Sono gli utenti stessi a mettere sulla pedana il maestro che dirige l’orchestra.

Elisa Esposito, in questo caso è stata eletta democraticamente.

La nota tiktoker, dunque, dispensa lezioni di corsivo proprio perché un nutrito gruppo di seguaci le hanno dato la possibilità di farlo.

Nella logica perversa del web, lo sdegno, l’insulto e la critica, non fanno altro che rafforzare l’immagine della professoressa di corsivo.

Così, tanto più si passerà il tempo a criticare e insultare un soggetto, tanto più gli si attribuirà importanza e visibilità.

Elisa Esposito parla dopo gli insulti e le critiche

Chiunque volesse davvero trasformare lo stato delle cose, forse, non potendo eliminare del tutto la tecnologia dalle nostre vite, dovrebbe iniziare a pensare al modo migliore per creare contenuti culturali più appetibili, possibilmente utilizzando un linguaggio comprensibile ai più.

In sostanza, per apportare un miglioramento alla società, urge la necessità di rimettere in discussione i moderni metodi educativi. Ma questo è possibile solo e soltanto se uno Stato e il suo popolo è disposto ad incoraggiare con degli incentivi un’iniziativa del genere.

Se questo non avverrà i giornali continuerà a riportare le notizie di ‘come parlare corsivo ‘ e la nostra società continuerà affliggersi la mente con domande del tipo ‘ com’è possibile che Elisa Esposito non conosce Dante Alighieri?’.

Eppure è più facile perdersi nella lamentela e nella critica piuttosto che prendere coscienza del fatto che c’è un problema di fondo e cercare di creare una moderna istituzione a carattere sociale che, attraverso un’attività didattica organizzata e strutturata, possa tendere a dare un’educazione, una formazione umana e culturale, una preparazione specifica in una determinata disciplina.

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